Lucca e provincia: cresce l'export
nei primi nove mesi di quest'anno
  dal 17 al 31 Dicembre 2021
Lucca
Lucca e provincia: cresce l'export<br> nei primi nove mesi di quest'anno

Hanno raggiunto i 3.449 milioni di euro le vendite all’estero dalla provincia di Lucca nel periodo gennaio-settembre 2021: un valore in crescita del +17,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente quando lo scoppio dell’emergenza sanitaria aveva rallentato fortemente gli scambi commerciali internazionali soprattutto nel periodo aprile-giugno. In Toscana l’incremento degli scambi ha toccato il +22,4%, con forti rimbalzi per molte province che avevano accusato pesanti perdite nella prima parte del 2020, mentre in Italia ha raggiunto il +20,1%. Lo comunica la Camera di Commercio.
Il risultato rilevato nei primi nove mesi del 2021 risulta a ogni modo superiore anche a quanto registrato nel 2019, rispetto al quale le esportazioni della provincia di Lucca risultano più elevate del 10,4%, quelle toscane del 9,8% e quelle nazionali del 5,8%.
Gli acquisti dall’estero della provincia di Lucca sono cresciuti del +14,0% nel periodo, attestandosi a quasi 1.538 milioni di euro; la dinamica risulta positiva anche a livello toscano (+11,2%) e nazionale (+23,6%). Va in ogni caso fatto presente che una parte dell'incremento del valore delle merci acquistate e vendute all’estero nel periodo è sicuramente effetto del rincaro nel periodo dei prezzi di molte materie prime e del suo conseguente trasferimento sulle filiere produttive.
A livello settoriale la cantieristica nautica ha esportato natanti per 853 milioni di euro nei primi nove mesi dell’anno, un valore in crescita del +45,4% rispetto al 2020. L’industria della carta e cartotecnica ha venduto all’estero merci per 642 milioni di euro, un valore in calo del -5,7% rispetto allo scorso anno; nel dettaglio, le vendite all’estero di pasta da carta, carta e cartone sono cresciute del +4,4% mentre quelle di articoli di carta e di cartone sono diminuite del -12,3%.
L’industria meccanica, terzo settore provinciale per export con 628 milioni di euro tra gennaio e settembre, ha messo a segno un +16,3% sul 2020, con le vendite all’estero di macchine per impieghi speciali (447 milioni) salite del +16,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
In forte crescita le vendite della fabbricazione di materiale elettrico e meccanica di precisione (291 milioni; +44,2%) e dell’industria metallurgica (266 milioni; +42,7%). In lieve calo invece l’alimentare e tabacco (226 milioni) che ha fatto segnare un -0,5% per la flessione nelle vendite di oli di oliva, semi, etc. rilevata nel terzo trimestre.
L’industria lapidea, del vetro e delle pietre estratte (112 milioni) ha recuperato il 16,2% rispetto al 2020, mentre l’industria chimica, delle vernici e farmaceutica (96 milioni) ha fatto segnare un calo del -21,5% determinato dalla flessione delle esportazioni di prodotti farmaceutici (62 milioni; -34,2%).
Sono cresciute anche le vendite all’estero della gomma e plastica (88 milioni; +12,4%), dei prodotti del cuoio e calzature (87 milioni; +5,7%) e del tessile e abbigliamento (45 milioni; +3,9%).
L’aumento dell’export provinciale nel periodo ha interessato particolarmente le vendite verso l’Europa, che hanno superato i due miliardi di euro (2.048 milioni) segnando una crescita del +17,4% rispetto al 2020; le vendite verso l’Area UE27 (post Brexit) sono salite del +14,6%, mentre quelle verso l’area extra-UE27 sono cresciute del +25,7%. L’export verso il continente americano è sceso del -0,8%, trascinato al ribasso dalla flessione registrata dall’America settentrionale (-11,4%) mentre le vendite verso l’America centro-meridionale sono cresciute del +9,9%. In aumento le esportazioni verso Asia (+17,8%) e Oceania, mentre sono diminuite quelle verso l’Africa (-6,8%).
La crescita delle importazioni provinciali (+14,0%) ha interessato particolarmente alcune industrie quali la carta e cartotecnica (417 milioni; +6,0%), l’industria chimica, delle vernici e farmaceutica (258 milioni; +12,4%), l’industria alimentare e del tabacco (183 milioni; +8,8%), la meccanica (151 milioni; +29,2%), la fabbricazione di materiale elettrico e meccanica di precisione (71 milioni; +25,9%), il cuoio e calzature (40 milioni; +7,7%), la gomma e plastica (+18,2%) e i prodotti agricoli (+26,9%). E' diminuito invece il valore degli acquisti dall’estero dell'industria metallurgica (150 milioni; -1,0%), del tessile e abbigliamento (35 milioni; -9,8%) e dell’industria lapidea (-8,0%). Gli acquisti dall’estero sono cresciuti sia dall’Europa (+24,4%), grazie all’aumento dalle aree UE27 (+23,8%) ed extra-UE27 (+32,3%), che dall’Asia (+15,7%), mentre sono diminuiti quelli dal continente americano (-4,0%) e da Africa (-38,5%) e Oceania.

Programmate in dicembre circa duemila assunzioni
Sono 1.970 le assunzioni programmate dalle imprese lucchesi nel mese di dicembre, e salgono a 8.200 nell’intero trimestre dicembre 2021-febbraio 2022 (le previsioni di dicembre si basano sulle interviste realizzate su un campione nazionale di oltre 92.000 imprese con dipendenti del settore industriale e dei servizi). La domanda di lavoro prevista dalle imprese si conferma in recupero, risultando superiore sia a quella di dicembre 2019 (1.660 nel mese e 6.170 nel trimestre) sia di dicembre 2020 (1.030 nel mese e 4.220 nel trimestre), quando la recrudescenza della pandemia aveva inciso sui programmi occupazionali delle imprese. Solo l’8% delle imprese lucchesi ha in programma di assumere personale nel mese di dicembre.
La metà delle entrate previste è richiesta dal comparto industriale (costruzioni incluse) e tre assunzioni su quattro avverranno in imprese con meno di 50 dipendenti. Per quattro assunzioni su dieci le imprese dichiarano difficoltà nel reperimento dei profili professionali desiderati, pertanto la domanda di lavoro delle imprese potrebbe non venire del tutto soddisfatta. Sono queste le previsioni per la provincia di Lucca rilevate dal Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL, ed elaborate dalla Camera di Commercio di Lucca.
Per oltre la metà (55%) delle assunzioni programmate nel mese di dicembre le imprese faranno ricorso a contratti a tempo determinato, mentre per il 22% a tempo indeterminato. Le imprese prevedono poi il ricorso a contratti di somministrazione (6%), apprendistato (4%) e alle altre tipologie contrattuali dipendenti (3%) e non dipendenti (7%).
Tra le figure professionali maggiormente richieste troviamo gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche e i cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici (230 unità richieste nel mese per entrambi). Seguono gli operai specializzati e conduttori d’impianti nelle industrie del sistema moda (160), i commessi e altro personale in esercizi al minuto e all’ingrosso e gli operai specializzati del legno e della carta (130 assunzioni per entrambi), i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (120), gli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici (100), i tecnici delle vendite, del marketing e della distribuzione commerciale e il personale di amministrazione, segreteria e dei servizi generali (80 ingressi per entrambi). Restano elevate le difficoltà delle imprese lucchesi nella ricerca dei profili professionali richiesti.